Smaltimento dell’Amianto: analisi e normative in Italia

L’amianto, una volta considerato un materiale versatile per le sue proprietà isolanti, è oggi al centro di sforzi intensi per il suo smaltimento sicuro in Italia. L’esposizione alle fibre di amianto è collegata a gravi problemi di salute, rendendo fondamentale una gestione accurata e conforme alle leggi.

Cos’ è l’amianto

L’amianto è un termine che si riferisce a un gruppo di minerali fibrosi naturali che si trovano in forma di fibre sottili e resistenti al calore. Questi minerali sono composti principalmente da silicato e contengono elementi come ossigeno, idrogeno, carbonio e vari metalli.

Noto anche come asbesto, questo gruppo di minerali dalla struttura fibrosa è stato ampiamente utilizzato nel passato per le sue proprietà isolanti, ignifughe e resistenza al calore. Trovava applicazione in vari settori, come l’edilizia, l’industria navale e automobilistica. Tuttavia, la sua pericolosità per la salute umana è emersa con chiarezza nel corso degli anni. Alcuni dei contesti in cui è stato impiegato l’amianto sono:

 

1. Settore dell’edilizia: L’amianto è stato utilizzato per la produzione di lastre di cemento-amianto, tubazioni, tegole e altri materiali edilizi. Le costruzioni risalenti agli anni ’50, ’60 e ’70 potrebbero contenere materiali con amianto.

2. Industria Navale: Nelle costruzioni navali, l’amianto è stato impiegato in varie applicazioni, tra cui isolamenti termici, guarnizioni e materiali antincendio. Questo è particolarmente rilevante per le imbarcazioni costruite durante gli anni di boom dell’industria navale.

3. Industria Automobilistica: Componenti come pastiglie dei freni e guarnizioni nei veicoli potevano contenere amianto. Questo utilizzo è stato comune fino agli anni ’90, quando progressivamente è stato vietato o sostituito da materiali alternativi.

4. Impianti Industriali e Chimici: L’amianto è stato utilizzato in impianti industriali, soprattutto nelle fabbriche chimiche, per la sua resistenza chimica e al calore.

5. Isolamento Termico: L’amianto è stato usato come materiale isolante in molte applicazioni industriali e residenziali, compresi isolanti per pareti, soffitti e tubazioni.

6. Produzione di Energia: Centrali elettriche e impianti di produzione di energia potevano contenere materiali isolanti e guarnizioni di amianto.

 

L’amianto è stato molto usato in Italia negli anni ’60, ’70 e parte degli anni ’80. In seguito, a causa delle preoccupazioni per la salute e delle leggi restrittive, il suo utilizzo è diminuito.

Perché è pericoloso?

Le fibre di amianto, se disturbate o danneggiate, possono liberare particelle microscopiche nell’aria. Quando queste particelle vengono inalate, possono penetrare nei polmoni e causare danni irreversibili.

La manipolazione di materiali contenenti amianto libera fibre sottili nell’aria, un processo invisibile ma altamente pericoloso. L’inalazione di queste particelle è la chiave per comprendere la

pericolosità dell’amianto. L’amianto è stato associato a gravi malattie respiratorie, compreso il mesotelioma, un cancro aggressivo che colpisce le membrane che rivestono i polmoni e altre cavità. Gli effetti devastanti possono manifestarsi molti anni dopo l’esposizione, rendendo difficile la rilevazione tempestiva dei sintomi.

Le fibre di amianto intrappolate nei polmoni rappresentano un pericolo persistente, scatenando malattie a lungo termine in modo silenzioso ma potenzialmente letale. Per questo motivo deve essere evitata la dispersione delle fibre nell’aria e quindi anche la manipolazione da un personale non qualificato.

Le leggi in Italia sull’amianto

In Italia, la consapevolezza dei danni provocati dall’amianto ha portato all’implementazione di normative rigorose per proteggere la salute pubblica. La legge prevede l’obbligo di identificare e gestire i materiali contenenti amianto, nonché di attuare procedure di smaltimento sicure e conformi. Le aziende sono tenute a effettuare regolari controlli e analisi, garantendo un ambiente di lavoro sicuro per i dipendenti e proteggendo la popolazione da potenziali esposizioni nocive.

Lo smaltimento dell’amianto è un processo altamente regolamentato. Le normative specificano le modalità corrette di rimozione, trasporto e smaltimento per prevenire la dispersione delle fibre nell’ambiente circostante. È obbligatorio affidarsi a professionisti qualificati per condurre analisi dell’amianto e pianificare la sua rimozione. La corretta gestione del materiale contenente amianto riduce i rischi per la salute pubblica e contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente.

Analisi preventive e pianificazione attiva

Il processo di smaltimento dell’amianto inizia con analisi preventive mirate condotte da esperti qualificati. Queste analisi identificano la presenza di amianto, valutano il suo stato e forniscono indicazioni cruciali per una pianificazione sicura dello smaltimento. La corretta pianificazione è essenziale per minimizzare l’esposizione durante la rimozione e garantire la sicurezza di lavoratori e comunità circostanti.

Procedure sicure di rimozione dell’amianto

La parte più importante dello smaltimento sicuro dell’amianto è rappresentato dalle procedure di rimozione e trasporto. Queste attività devono essere svolte da professionisti adeguatamente addestrati, attrezzati con dispositivi di protezione individuale e seguendo protocolli rigorosi. La corretta gestione del materiale contenente amianto è vitale per prevenire la dispersione di fibre nell’ambiente circostante.

Eurofins Environ Lab è autorizzata dal Ministero della Salute ad effettuare analisi sull’amianto. Disponiamo di diverse tecniche per analisi qualitative e quantitative dell’amianto sia per campioni aerodispersi che per campioni massivi previste dal D.M. 6/9/94 come ad esempio SEM, MOCF ed FT-IR.

Dopo la messa al bando dell’amianto le fibre artificiali vetrose hanno assunto una grande importanza commerciale. Sono di fatto un sostituto dell’amianto ma diversi studi hanno evidenziato la pericolosità per la salute anche di questa tipologia di materiale.

Il riferimento normativo per l’Italia sono le linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di sposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute, elaborate dall’OMS.

Il DL 01/06/2020 n.44 ha fissato a 0,3 fibre/ml il valore limite di esposizione professionale per le fibre ceramiche refrattarie (FCR).

L’ACGH pubblica annualmente i limiti soglia (TLV) per sostanze chimiche e agenti fisici e nel caso delle FAV i TLV sono i seguenti:

· Fibre ceramiche refrattarie: 0,2 f/cm2

  • · Lana di roccia: 1 f/cm2
  • · Lana di scoria: 1 f/cm2
  • · Lana di vetro: 1 f/cm2
  • · Fibre di vetro a filamento continuo: 1 f/cm2

 

Eurofins Environ Lab è in grado di effettuare analisi di classificazione delle FAV sia nella matrice solida che in quella aeriforme.

Ai fini della classificazione dei materiali e alla determinazione della classe di pericolo il laboratorio grazie a strumentazione con elevati standard prestazionali, mediante tecnica SEM, è in grado di determinare il contenuto di ossidi alcalini e alcalino terrosi e il diametro medio geometrico delle fibr